Una delle esperienze in assoluto più belle ma anche più stancanti della nostra vita è stata fare trekking sul Grand Canyon. Dormire in fondo al canyon, sulle sponde del fiume Colorado, è sempre stato uno dei nostri sogni e quest’anno si è realizzato!
Indice
Dormire nella gola del Grand Canyon
C’è un’unica struttura che permette di vivere questa magnifica esperienza: Il Phantom Ranch o, in alternativa, il Bright Angel Campground (campeggio vicino al fiume).
Dal 2018, per poter gestire al meglio la sempre più elevata richiesta di prenotazioni, il National Park Service ha istituito una vera e propria lotteria (https://www.grandcanyonlodges.com/lodging/lottery/). Se si vuole dormire nella struttura bisogna quindi iscriversi online, con più di un anno di anticipo e indicare i giorni in cui si vorrebbe soggiornare.
Durante il perfezionamento della prenotazione al Phantom Ranch, potrete decidere se acquistare in aggiunta anche la colazione e la cena.
Questa scelta va fatta in anticipo, altrimenti non potrete aggregarvi ai turni (due alla mattina e due alla sera) durante i quali vengono serviti i pasti, rigorosamente a porte chiuse!
In loco è possibile acquistare solo piccoli snack e qualche bibita… organizzatevi quindi per portare con voi un po’ di cibo in caso di necessità (non si trovano nemmeno panini, tramezzini e simili).
Dovete ricordare che tutti i rifornimenti arrivano al Phantom Ranch via mulo ogni giorno, per cui la disponibilità è ovviamente limitata, essendo quella l’unica via di approvvigionamento delle scorte.
Questa novità della lotteria non ci ha fatto desistere, ci siamo iscritti e, indovinate un po’? …al terzo tentativo, finalmente siamo stati estratti!
A quel punto avevamo 15 mesi di tempo per prepararci fisicamente ad affrontare l’impegnativo percorso di trekking per raggiungere la nostra tanto agognata meta!
Ecco quindi cosa c’è da sapere per affrontare un trekking nel Grand Canyon
- Un percorso di quasi 30 km con 2.900 metri di dislivello (anche se suddiviso in due giorni) richiede un allenamento costante e ben pianificato. Non è sufficiente fare lunghe camminate, bisogna allenare la muscolatura ad affrontare migliaia di passi in salita e in discesa, su terreno scosceso, spesso instabile e con lunghi gradini che non permettono di tenere un ritmo regolare. Quindi fare tanto tanto tanto step.
- Avere l’abbigliamento adatto è indispensabile: le scarpe da trekking con suola antiscivolo, vestiti comodi che agevolano il movimento, ridurre al minimo il peso trasportato (dopo un paio d’ore anche il cellulare che avrete in tasca vi sembrerà un macigno di cui liberarsi).
- Bere tanta acqua.
- Portare con voi delle barrette proteiche per i cali di zucchero.
- Protezione solare 50, occhiali da sole e cappellino in testa.
La discesa verso il Colorado River
La nostra avventura inizia dal South Kaibab Trail, situato poco distante dallo Yaki Point, su strada chiusa al traffico e raggiungibile esclusivamente con shuttle bus gratuito (in alternativa c’è un piccolo parcheggio a circa un km dall’inizio del sentiero).
Per la maggior parte dei suoi 11 km, il South Kaibab Trail segue la cima di una cresta e quindi offre ampie vedute del Grand Canyon in entrambe le direzioni; tuttavia è quasi interamente esposto al sole.
Lungo il sentiero non è possibile rifornirsi di acqua, motivo principale per cui abbiamo deciso di percorrerlo in discesa. E’ stata sicuramente la scelta giusta poiché, nonostante fosse Ottobre, la temperatura era vicina ai 30 gradi!
Il dislivello è di 1.400 metri; il nostro tempo di percorrenza: circa 3 ore.
Il paesaggio è ovviamente meraviglioso e ci sono molti punti panoramici adatti a soste fotografiche e di contemplazione… soprattutto quando si inizia a vedere il fiume Colorado!
Ricapitolando: da affrontare assolutamente in discesa e con almeno 2 litri di acqua a testa!
Il percorso di ritorno
Per la risalita invece abbiamo scelto il Bright Angel Trail, un po’ più lungo dell’altro percorso (16km), ma con la possibilità di rifornirsi d’acqua in almeno 3 punti, solitamente ogni 3-5 km (la disponibilità varia a seconda delle stagioni, all’inizio del sentiero viene comunque indicato dove l’acqua è disponibile).
Partendo all’alba dal Phantom Ranch abbiamo potuto beneficiare dell’ombra lungo tutto il sentiero: un gran bell’aiuto che ci ha permesso di rientrare sani e salvi e in poco più di 5 ore!
Il paesaggio è meno spettacolare, ma molto caratteristico quando si raggiungono gli Indian Gardens: una vera e propria oasi con piante e acqua corrente!
Conclusione
Questa avventura ci ha regalato dei panorami mozzafiato che rimaranno impressi indelebilmente nella nostra memoria!
Come indelebile rimarrà anche il ricordo di tutto il dolore provocato dall’acido lattico accumulato nelle gambe e che siamo riusciti a smaltire solo dopo diversi giorni!
Possiamo dire di non aver sofferto invano perché siamo riusciti, con gran soddisfazione, a portare a termine una delle imprese più impegnative della nostra vita che assolutamente vi consigliamo di provare!
Ciao for now!