Ciao Mondaioli,
è già passato un mese, da quando siamo usciti per questa gita tra le nostre bellissime Dolomiti. Obiettivo della giornata era quello di raggiungere la Forcella del Sassolungo sul Passo Sella.
Se ci avete seguiti su Instagram vi ricorderete che meravigliosa giornata abbiamo trascorso tra il verde della natura e il silenzio delle montagne. Sì, perché uno degli aspetti positivi delle gite post lockdown è sicuramente la tranquillità, come quando siamo andati a Danta di Cadore (clicca qui per leggere l’articolo dedicato) per visitare le Torbiere: non c’era anima viva!
Indice
Colazione super in Val Zoldana
Siamo partiti molto presto, sia per beneficiare delle ore più fresche, dato che il nostro cane Coda purtroppo soffre molto il caldo, ma soprattutto per riuscire a sfruttare tutta la giornata.
Abbiamo così deciso di fermarci a fare colazione lungo la strada. Alcuni giorni prima, una collega mi aveva parlato di un posticino perfetto per lo scopo e così, su suo consiglio, abbiamo fatto una piccola deviazione a Pecol (BL), alla pasticceria Al Soler, a detta di molti, la migliore della Val Zoldana! Ed infatti le nostre aspettative non sono state disattese: torte, brioche e gelato fatti in casa, uno meglio dell’altro!
Belvedere a Colle Santa Lucia
Proseguendo la nostra gita abbiamo raggiunto il belvedere di Colle Santa Lucia (BL). Si trova lungo la strada provinciale 251, che collega Forno di Zoldo a Selva di Cadore. Passandoci a fianco non si può non fermarsi ad ammirare lo splendido spettacolo di colori della vallata.
Potrete vedere uno scorcio del Lago di Alleghe sulla sinistra ma la cosa che balzerà all’occhio maggiormente sarà il segno di devastazione lasciato dalla “Tempesta Vaia” dell’Ottobre 2018 che coinvolse diversi comuni di Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Migliaia e migliaia di alberi abbattuti dalla forza dirompete dell’alluvione, che ha cambiato per sempre lo scenario di queste zone.
Passo Fedaia e lago Fedaia
Dopo aver scattato alcune foto e fatto altrettante storie, abbiamo proseguito verso la Marmolada e più precisamente verso Passo Fedaia e l’omonimo lago. Siamo letteralmente rimasti a bocca aperta perché non ci saremmo mai aspettati uno spettacolo di riflessi e colori di questo genere!
Essendo la funivia ancora chiusa, ci siamo accontentati di passeggiare lungo la diga che forma il Lago di Fedaia. Lungo le sponde alcuni pescatori erano intenti a catturare chissà quali pesci: a proposito qualcuno di voi sa quale specie vive tra le acque di questo lago artificiale?
Passo Sella e la Forcella del Sassolungo
Ripresa la macchina arriviamo finalmente sul Passo Sella.
Anche in questo caso la funivia biposto era chiusa, ma questo lo sapevamo già. Volevamo infatti raggiungere il rifugio Demetz a piedi (2.685 mt) pranzare lì e poi proseguire scendendo sul versante opposto verso il Rifugio Vicenza (2.253 metri), facendo quindi il giro del Sassolungo per il sentiero 527 “Alta Via dei Ladini” in direzione del Rifugio Sassopiatto e proseguire sul sentiero Federico Augusto per ritornare al Passo Sella.
Salendo lungo il sentiero di montagna, il panorama è mozzafiato! Attorno a noi pochissime persone, qualche scalatore sulla parete rocciosa con le grida delle marmotte sentinella che fanno da colonna sonora a quella che ci saremmo resi conto sarebbe stata l’impresa della giornata!
Eravamo consapevoli del forte dislivello che avremmo dovuto affrontare, ma considerando che si era ormai fatta l’ora di punta e che la fame cominciava a farsi sentire, l’impresa è risultata più ardua del previsto. Anche Codino, che solitamente sfreccia davanti a noi, si fermava ad aspettarci per riprendere fiato. Quello che ci motivava era l’idea di mangiare qualche ottimo manicaretto del rifugio, peccato che arrivati in cima fosse chiuso e ancora sommerso dalla neve!!!
Niente pranzo e rientro con la coda tra le gambe, dicendo addio al giro del Sassolungo che avevamo ipotizzato perché alle spalle del rifugio c’era ancora troppa neve che noi non eravamo assolutamente attrezzati ad affrontare ma SOPRATTUTTO stavamo morendo di fame!
Prima di rientrare, volgendo lo sguardo alle spalle del rifugio, siamo riusciti ad intravedere un’altra meraviglia della natura che faceva capolino tra le nuvole: l’Alpe di Siusi, l’altopiano più vasto d’Europa che qualche giorno dopo avremmo avuto il piacere di esplorare!
Conclusione
Quello che ho imparato da questa esperienza è che non bisogna mai sottovalutare la montagna, mai partire senza vestiti e attrezzatura adeguati, dopo un lungo periodo di inattività fisica bisogna portare SEMPRE con sé qualcosa da sgranocchiare per mantenere le energie e ultimo punto, ma fondamentale, prima di partire è sempre bene chiamare ed accertarsi che il rifugio dove ci si vuole abbuffare sia aperto!
Ciao for now!